Chiesa di San Michele Arcangelo

Piazza Vittorio Veneto

Dalle ceneri all’oro: il restauro che ha svelato i capolavori nascosti nella Chiesa di San Michele Arcangelo, ora Museo di Arte Sacra.

Un gioiello nascosto nel cuore pulsante del borgo, la chiesa di San Michele Arcangelo, così come la chiesa di San Giusto, è posizionata su quello che un tempo era l’antico camposanto ed è una delle prime chiese che possiamo visitare all’entrata di Suvereto, proprio prima della porta del paese.
Visitare la Chiesa di San Michele Arcangelo è come fare un vero e proprio viaggio nel tempo.

La storia

Una piccola gemma architettonica, in un borgo che racchiude secoli di arte e fede.
La chiesa di San Michele arcangelo è stata costruita nel 1881 dalla Compagnia della Misericordia.

Una modesta facciata, semplice al suo interno, ma che contiene un patrimonio inestimabile, testimonianza di un passato glorioso.

Posta nei pressi della chiesa parrocchiale sull’area del vecchio cimitero, fu usata anche come sede istituzionale.

L’abbandono poco dopo la costruzione ha portato la chiesa ad assumere poi la funzione di sala parrocchiale.

La sua storia è, in effetti, un susseguirsi di vicende: sede istituzionale prima e sala parrocchiale dopo, la chiesa ha ritrovato poi il suo antico splendore grazie al restauro dettagliato del 1999.

La chiesa, sede del Museo di arte sacra

La chiesa è oggi sede del museo di Arte Sacra. Dopo il restauro del 1999 che l’ha riportata all’aspetto originario e ne ha permesso la realizzazione, contiene le opere del patrimonio artistico e parrocchiale locale.

All’interno è possibile vedere una serie di dipinti, prevalentemente del XVII – XVIII secolo, collocati precedentemente nelle varie chiese della comunità.

I fiori all’occhiello

La vera meraviglia, però, risiede nelle sue sculture lignee, raffiguranti l’Angelo Annunciante e la Madonna Annunciata, realizzate nel XV secolo da parte di Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta (Siena 1410 – 1480), figura di spicco del rinascimento senese.
La Formella Marmorea
è un’altra opera di grande fascino, un’altra caratteristica è che questa non fa parte del patrimonio parrocchiale originario.

La formella marmorea, la madonna della Fonte degli Angeli di Andrea Guardi, è stata restaurata nel 1995.  Un tempo era collocata sul timpano dell’omonima fonte.

Ogni opera, ogni dettaglio della Chiesa racconta una storia di pura devozione e di una comunità che ha saputo tramandare nei secoli un’identità propria.

Un luogo che merita una sosta per chiunque desideri approfondire la storia, l’arte, la fede e la ricchezza culturale che caratterizza questo borgo denso di memoria.