Il Chiostro di San Francesco

Piazza della Cisterna

Tra misteri e imperatori, vi è un luogo dove storia e leggenda si intrecciano nell’incantevole borgo di Suvereto. Il convento e il chiostro di San Francesco, trattengono tra le mura i loro racconti secolari.

Un Tuffo nel Passato

Questo antico convento, fondato nel lontano 1286 dai potenti Conti Aldobrandeschi di Santa Fiora, era un tempo un centro di grande importanza. Sebbene non sia sopravvissuto alle soppressioni napoleoniche del XIX secolo, il suo spirito vive ancora tra le sue mura. Ed è proprio qui che venivano conservate le "borse" con i nomi dei cittadini scelti per amministrare la comunità. Un vero e proprio pezzo di storia civica. Fu proprio a causa di Elisa Bonaparte Baciocchi, principessa di Lucca e Piombino, che venne definitivamente chiuso e smembrato.

Un chiostro incantato e la sua struttura

Il cuore pulsante del complesso è il suo Chiostro, che possiamo ancora ammirare in tutta la sua integrità.
La struttura a pianta quadrata, con le sue cinque eleganti arcate su pilastri posizionate per ogni lato, è un luogo di pace e contemplazione. Era al centro del chiostro che un tempo sorgeva una cisterna, oggi scomparsa, ma che ha dato il nome alla piazza adiacente.

Adesso è possibile passeggiare tra le stesse arcate dove secoli fa pregavano i frati. Tante sono le coppie che scelgono il chiostro per celebrare i loro matrimoni, alcuni anche con spettacolari ingressi a cavallo, creando un’atmosfera ancora più unica.

Il convento è oggi trasformato in abitazioni private, ma persistono ancora scorci di dettagli preziosi: antichi portali finemente decorati, come quello con lo stemma familiare dei Giannetti, lo stemma nobiliare degli Angelieri e diverse epigrafi funerarie e commemorative che vi parleranno di antiche famiglie e di vite passate.

Della chiesa conventuale, oggi convertita a casa vacanze, ne permangono solo alcuni elementi della facciata, ma questi bastano a rievocarne l'antica e solenne anima.

Il Mistero di Suvereto

La storia più intrigante è quella legata all'Imperatore del Sacro Romano Impero Arrigo VII di Lussemburgo.
Si narra che nell'estate del 1313, "fue cotto" nei pressi del convento.

Ma, attenzione, non fu un atto di violenza, ma una pratica funebre dell'epoca,

Arrigo VII morì a Buonconvento il 13 agosto 1313, e mentre la sua salma veniva trasportata a Pisa per la sepoltura, fu fatta una sosta proprio a Suvereto.

La pratica prevedeva che per preservare il corpo dalla decomposizione durante il lungo viaggio, si dovesse esporlo al fuoco. Pare, però, che alla fine le sue spoglie abbiano riposato a Suvereto per ben due anni, in attesa che Tino da Camaino completasse il magnifico sepolcro che ancora oggi le accoglie nel Duomo di Pisa. Un racconto fuori dal tempo, che ci rimanda direttamente al 1300.