Strade e vicoli

Tra vicoli e storie celate

È proprio nelle strade nascoste, dell’incantevole borgo di Suvereto che il tempo sembra essersi quasi fermato ad un’epoca, lontana e affascinante, dove ogni vicolo, ogni piazza, ogni pietra racconta una storia millenaria.
Visitare Suvereto è come immergersi in un’atmosfera lontana, come lo dimostra la pavimentazione lastricata che caratterizza le vie principali del centro storico, un’immagine ben diversa da quella che Suvereto presentava fino a due secoli fa.

Fino all’800, infatti, le strade erano per lo più sterrate o acciottolate dette “a sasso vivo”, spesso anche sconnesse.

Molto poco igieniche
e rese impervie a causa dell’antica abitudine di riversare i rifiuti direttamente dalle finestre.

Una situazione comune all’epoca, ma che fortunatamente a Suvereto cambiò a metà del XIX secolo.

Un borgo che si rinnova: tra pavimentazione e fogne

Fu proprio nel fermento del 1836 che si progettò il riadattamento della strada detta della Porticciola. Un’operazione di rifacimento urbano, un progetto di grande ambizione che si definì con la realizzazione di una pavimentazione mista: arenaria al centro e acciottolato nel laterale, una pavimentazione che in via Magenta possiamo ancora ammirare.
Un altro passo in avanti furono le prime fogne coperte, tali realizzazioni migliorarono di gran lunga l’igiene e la vivibilità del borgo.

Un ingegno e una laboriosità notevole, come lo si può notare dalle pietre estratte dalle vicine cave di Montepitti.

I nomi delle strade

Via della Rocca con la sua quiete, via dei Difficili con la sua ripidità, oggi addolcita da degli scaloni, tutti nomi di strade che assecondavano le fattezze del paese, mentre i toponimi attuali, come via Magenta, via Cavour, Via Garibaldi rievocano le gesta passate del Risorgimento e del Novecento. Via San Leonardo o Vicolo dei Frati, invece, riportano ad epoche ancor più remote.
Un tempo le strade, inoltre, avevano nomi codificati che richiamavano elementi pratici per il riconoscimento, come via Grande, via di Mezzo che collegava le due porte del paese, o ancora via di San Francesco o Strada dei Palazzi.
Ogni angolo ed ogni vicolo nasconde un pezzo di passato, un’eco di un’epoca che secolo dopo secolo ha plasmato il borgo, fino a portarlo ad essere così come lo conosciamo oggi.