Le fonti di Suvereto

Niente è più importante per l’essere umano che l’acqua. L’approvvigionamento idrico, elemento vitale per ogni centro abitato, prima della costruzione delle moderne reti di distribuzione, era fornito tramite le cisterne o le sorgenti naturali esistenti nelle vicinanze, opportunamente incanalate e raccolte tramite fonti, che assumevano spesso anche forme architettoniche di straordinarie fattezze.
È proprio alle fonti che le istituzioni pubbliche dedicavano una particolare attenzione.

Quattro erano quelle pubbliche dove i suveretani dei tempi passati si rifornivano.

Con il decorrere del tempo e dell’erosione naturale, ai primi degli 800 quasi tutte le fonti necessitavano di un restauro. E per questo venne redatto un documento dall’amministrazione di allora con la descrizione dettagliata dei lavori da svolgere.

La fonte degli angeli

La fonte degli angeli, la più prestigiosa dal punto di vista architettonico, si distingueva per la sua facciata intonacata e imbiancata, arricchita da una cornice ben definita e culminante in un frontespizio architettato.
Il timpano
di quest'ultimo ospitava un delicato bassorilievo marmoreo raffigurante la Madonna con il Bambino Gesù, mentre sottostante erano scolpiti tre stemmi, anch'essi in marmo.

Due ampie bocche di ferro riversavano l'acqua nella vasca sottostante, delimitata da due muri intonacati, sormontati da sei guglie appuntite per lato.

Questa vasca serviva principalmente come abbeveratoio per il bestiame, e le sue sponde in muratura terminavano esternamente con una panca di pietra calcarea e travertino. Tra la vasca e i muri laterali si estendeva un selciato di pietra
.

Sul lato nord, un piccolo canale gorello convogliava l'acqua della fontana verso due lavatoi pubblici. La sorgente, situata a breve distanza, era incanalata in un condotto sotterraneo in muratura, dotato di tredici bottini in pietra, utilizzati per la pulizia e la manutenzione.

La fonte della Boldrona

Il suo nome, attestato già nel duecento, fonti dicte Boldrone, rimandava all’antica presenza di concerie per le pelli, poiché per boldrone si intendeva la lana di pecora separata dalla pelle.
Il secondo punto di approvvigionamento, sia per importanza che per vicinanza al paese, era la Fonte della Boldrona, situata sulla cosiddetta via comunitativa da Suvereto a Campiglia.

All’inizio dell’ottocento, non era altro che un piccolo cisternino che, attraverso un condotto sotterraneo, alimentava un fontanile con prospetto a muro, anche questo intonacato ed imbiancato, munito di una cannella di ferro incastonata in un blocco di marmo. Al di sotto una vasca allungata che serviva da abbeveratoio.

La fonte di Belvedere

Una terza fonte, si trovava lungo la strada che collegava Suvereto con Belvedere. La Fonte di Belvedere, appunto, un “cannone di ferro” dal quale sgorgava l’acqua proveniente da due condotti sotterranei che raccoglievano le soprastanti sorgenti.
Il complesso della fontana includeva una cisterna quadrata e murata, con pavimento lastricato e copertura a volta. Un muretto basso separava la cisterna dall'abbeveratoio per gli animali, che aveva una sua facciata.

Nel 1840, la comunità locale decise di costruire un acquedotto. Il piano prevedeva di deviare parte dell'acqua della sorgente di Belvedere per alimentare una nuova fontana a Suvereto, fornendo così acqua potabile ai residenti del paese. Ciò doveva essere realizzato tramite un lungo canale di condotti in terracotta, che avrebbe percorso la zona de L'Insegna, attraversando un tunnel sotterraneo, fino alla fontana centrale nella piazza principale.

La fonte della Pietrasca

La Fonte della Pietrasca, situata più a sud del paese, verso il fiume Cornia, aveva una importante peculiarità: quella di essere una fonte veramente ricca d'acqua.
Nel 1834, per tale abbondanza fu considerata fondamentale sia per gli abitanti di Suvereto che per quelli delle zone vicine, tanto che si propose di mantenerla al meglio.

La fonte dell’Annunziata

Ancora più a nord, sulla strada per Sassetta, si trova la Fonte dell'Annunziata. Questa sorgente è stata usata fin dal XII secolo, periodo in cui fu costruita anche l'omonima chiesa, probabilmente la sua funzione era quella di servire i viaggiatori.
Nel 1884
, il Comune chiese la possibilità di poter usare questa sorgente per portare l'acqua a Suvereto tramite un acquedotto. Fu allora che venne progettata la fontana che vediamo ancora oggi.